Leggo La campana di vetro di Sylvia Plath, e la protagonista si chiama Esther.
Inizio a leggere Casa Desolata di Charles Dickens, e al terzo capitolo appare Esther.
Mi appresto a leggere, in occasione della giornata della memoria, Forse Esther di Katja Petrowskaja.
Se fossi incinta e aspettassi una bambina ora non avrei dubbi sul nome da scegliere, ma non essendolo mi accontento di pensare che Esther significa “stella”, e che da pochi mesi ne ho in cielo che veglia su di me.